EMANUELEBAROZZI
Titoli in coda
E lascio ogni nota raggiungere il suo oblio,
nelle gole bruciate della musica moderna.
Se anche ogni vocale ben pagata mi strugge,
e mi riporta la tua immagine negli occhi.
Forse potrei distruggere le radio e i microfoni,
staccare la spina di un mondo elettrico.
Dove non si toccano i fondali dei teatri,
perché i palchi sono immensi e registrati.
Così anche la nostra storia non è da prima serata,
io che mi masturbo e tu che fai l’amore,
le lezioni di piano e il giro dell’isolato,
le lettere e le lacrime di opaco vetro.
Non sei tu quella porta,
non diventerò un fottuto bambino vero.
Mi terrò una pelle mediatica,
davanti agli scaffali e ai televisori,
l’amore sarà un altro articolo di giornale,
da leggere al mattino: Signore e Signori.
E tu terrai i dadi, immobili nel palmo,
stringendoli i numeri si cancelleranno.